L’errata identificazione degli agenti chimici è un problema serio negli impianti produttivi che operano con processi discontinui, come se ne trovano molti nell’industria farmaceutica e nella chimica fine. Ma anche aziende appartenenti ad altri settori, che utilizzano varie sostanze chimiche “reattive”, come ad esempio il trattamento delle acque reflue – e nelle quali generalmente le misure di sicurezza sono puramente organizzative - corrono tale rischio, come dimostrano i numerosi incidenti riportati.
Questa pubblicazione illustra i rischi derivanti da un’errata identificazione degli agenti chimici e descrive alcune misure preventive. Sono stati selezionati alcuni esempi di incidenti realmente accaduti, allo scopo di attrarre l’attenzione sul tema da parte dei dirigenti e dei lavoratori di imprese coinvolte nell’intera “catena logistica” e di accrescere la loro consapevolezza, in modo da evitare, in futuro, incidenti, infortuni e perdite economiche.
Nella pratica, varie aziende hanno sviluppato e messo in atto strategie di sicurezza molto diverse. In tutte le strategie atte a evitare di confondersi con gli agenti chimici, l’affidabilità umana gioca un ruolo importante.
Questo perché, da un lato, le persone stesse possono causare incidenti commettendo errori operativi e, dall’altro lato, perché possono dare un contributo di portata decisamente più ampia, rispetto a qualsiasi dispositivo tecnico, all’identificazione e alla soluzione dei problemi, grazie alla loro esperienza e ai diversi modi di percepire le cose. La formazione e la competenza dei lavoratori sono, perciò, punti di partenza essenziali per elaborare misure preventive. Tuttavia, non esistono metodi “a prova di bomba” che garantiscano una totale assenza del rischio di sbagliare a identificare gli agenti chimici.